Spazio H.Vox

A voce alta

Laboratorio di lettura interpretata 

Il laboratorio è declinato in tre atti: la narrativa, la poesia e il teatro.

III atto – La poesia
Le parole vive di Emily Dickinson

Date: Sabato 5 e domenica 6 aprile 2025
Orario:  Sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00 con un’ora di pausa
Dove: Spazio H.Vox – Via Pace 15, Brescia
Costo: 100,00 euro + 20,00 euro di tessera associativa
Termine iscrizione: lunedì 1 aprile 2025

 

Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte,
eppure tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di sé stessa:
infinità finita.

 

Ho un Fratello e una Sorella – Mia Madre non dà importanza al pensiero – e il Babbo, troppo occupato con le sue Carte – per accorgersi di quello che faccio – Mi ha comprato tanti Libri – ma mi raccomanda di non leggerli – perché ha paura che mi confondano la Mente. Sono tutti religiosi – eccetto me – e si rivolgono a un’Eclissi, ogni mattina – che chiamano “Padre”.

(Lettera a Thomas W. Higginson del 25 aprile 1862)

 

Emily Dickinson, poetessa maestosa e misteriosa dell’800, nasce ad Amhster nel Massachusetts nel 1830, e lì resterà fino alla sua morte. Scrive più di 3000 poesie nell’arco della sua breve vita (muore a 56 anni) delle quali, però solo la metà sono giunte a noi. Trascorre l’esistenza nella casa paterna, a leggere e a scrivere. Quando lo scrittore Giovanni Raboni scopre la sua opera letteraria, esclama: “Benvenuta nel suo secolo Miss Dickinson!”. Le uniche pause che si concede sono le rade passeggiate che fa all’imbrunire, nel giardino di casa. Veste sempre di bianco come una sposa tuttavia non si sposerà mai né alimenterà relazioni con amici e compagni di studio, se non a livello epistolare. Nel piccolo villaggio dove vive, Emily Dickinson è per tutti un mistero; in paese, Emily, viene chiamata “il mito”. Gli ultimi anni, soprattutto dopo la morte del padre, l’avvocato Edward Dickinson, la Poetessa non uscirà più dalla sua camera da letto, che chiamerà il “carcere amico”. Non vedrà mai le sue opere pubblicate, solo una decina in forma anonima grazie all’amico del padre, Thomas Higginson, che le farà pubblicare su una rivista. Nel 1886 quando la Dickinson muore, la sorella Lavinia e la cognata Susan scoprono le sue numerose lettere e poesie nel baule della sua stanza. Dovrà passare però oltre un secolo prima che la sua opera venga compresa e pubblicata, e il nome della Poetessa avere un posto nell’olimpo dei grandi scrittori.

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