A “GIULIO CESARE” DI W.SHAKESPEARE


Regia ed elaborazione drammaturgica: 
Fabio Venturelli
Cura del movimento: Alessandra Bortolato
Con: 
Vanessa Dalbon, Gianmarco Pellecchia, Giulia Pizzimenti, Gabriele Reboni, Pavel Zelinskiy
Scenografie: 
Elise Menna e Marta De Antoni Migliorati, coordinate da Tiziano Ramera e Stefano Mondini
Maschere: 
Gabriele Reboni
Consulenza musicale: Vittorio Guindani
Produzione: 
Spazio H.Vox
Segreteria organizzativa: 
Fausta Faini

Julius Caesar nasce dalla volontà di indagare il Giulio Cesare di William Shakespeare.
Il testo, che ancora oggi è uno dei testi che meglio rappresentano i meccanismi del potere, è anche una riflessione sulla condizione umana. Soprattutto sull’umana fragilità e mutevolezza. Nel Giulio Cesare non ci sono eroi, ma uomini. E non ci sono eroi perché non ci sono certezze, non ci sono valori assoluti. Tutto passa e tutto cambia. I miti sorgono e decadono per essere sostituiti da altri che a loro volta crolleranno.
Scritta all’inizio del XVI secolo, questa tragedia riflette il clima di ansietà dell’epoca e esprime emblematicamente la crisi generale dell’uomo e della società. Una crisi profondamente attuale, in cui la violenza – sia essa perpetrata per tornaconto personale che per nobili ideali – finisce per generare solo altra violenza. E’ l’assenza di valori, di principi etici che generano la sfrenata volontà del potere all’interno del quale l’odio, l’invidia, la corruzione, il tornaconto, ieri come oggi, mettono a tacere i valori della libertà e della giustizia. Il lavoro drammaturgico è partito dalla necessità di concentrare l’attenzione su pochi personaggi, quelli che per noi era più urgente indagare sia sul piano umano che politico, e sulle loro relazioni: Bruto, Cassio, Antonio, Casca e Porzia. Giulio Cesare non compare mai, diventa così una presenza ancora più forte nella sua assenza, continuamente citato, ricordato, maledetto o riverito. Ne vediamo solo un simbolo perennemente presente: una giacca appoggiata allo schienale di una sedia. Nessun riferimento, nei costumi e nello spazio scenico, alla Roma classica e repubblicana. I personaggi sono vestiti in abiti moderni, in giacca e cravatta, iconografia classica del potere e della politica. La scenografia è rappresentata da sedie e giacche ricoperte di polvere. Perché Roma è polverosa. Roma è un mondo in crisi, che sta crollando. Roma è il presente. Roma rivela. Roma nasconde. Uomini, politici e congiurati. Roma è una stanza dai muri scrostati illuminata da semplici lampadine.

Lo spettacolo ha debuttato all’interno del festival Ecce Histrio! 2013 presso il Teatro di San Giovanni a Brescia.

Per visitare la pagina Facebook dedicata allo spettacolo clicca qui.