La notte poco prima della foresta è un atto unico del drammaturgo e registra francese Bernard-Marie Koltes del 1977.
Un monologo che entra nel teatro del ‘900 come una lama e descrive la solitudine urbana come pochi prima e dopo di lui. E’ il racconto di una serata realmente accaduta, in cui il drammaturgo francese incontra un uomo senza fissa dimora con il quale si ferma a parlare. Gli parla della sua condizione di straniero, della sua solitudine.
Quello di Koltes è un testo politico, attuale, una storia che riguarda tutti, in cui essere stranieri è essere soli. Un testo nel quale l’autore sceglie volutamente di non dare risposte; un testo fluentissimo, alieno da punteggiatura ferma dove i temi assoluti di questo autore – i problemi dell’identità, della moralità, dell’isolamento, dell’amore non facile – affiorano in una comunicazione per voce solista.
E’ una sera di pioggia; è l’angolo di un periferia. Uno straniero ferma un ragazzo per strada. “Compagno” lo chiamerà e vorrebbe offrigli un caffè e poi una birra, ma quando si è stranieri si è privati di tutto: di soldi, di un lavoro, di una casa, di un amore, della propria identità e della dignità di essere umano.
La notte poco prima della foresta è un testo che abbiamo amato fin da subito e che ci ha accompagnato spesso in questi anni…sia artisticamente (lo abbiamo messo in scena più volte…almeno nel nostro piccolo) che umanamente. Leggerlo o ascoltarne online alcune interpretazioni, non ultima per forza e intensità quella di Pierfrancesco Favino, è molto importante per comprendere la condizione di chi si sente “straniero”, questo al di là dei luoghi comuni cui ci hanno abituati.
Buona lettura!