Docente: Marco Sgrosso
Date: sabato 27 e domenica 28 novembre 2021
Orario: sabato dalle 14.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 13.00
Dove: Spazio H.Vox – Via Pace 15, Brescia
Costo: 60,00 euro + 10,00 euro di tessera associativa se non associati
“…bisogna essere un po’ di pietra e d’albero, un po’ di mare e di tuono per ricordarsi la nota originaria… …bisogna essere un po’ mostri per sentire risuonare la meraviglia e l’orrore di altri mondi…”
(Maria Teresa Di Lascia, “Passaggio in ombra”)
L’arte teatrale è un formidabile strumento di conoscenza e di trasformazione.
In un tempo come quello presente, in cui il delirio incontrollato dei social induce ad una comunicazione e ad una definizione del sé sempre più piatta, omologata e priva di fantasia, la pratica artigiana del teatro e l’apprendimento di tecniche e di stimoli volti all’eliminazione degli ostacoli all’espressione individuale sono strumenti importanti per lo sviluppo della libertà creativa di ogni persona, unica e irripetibile.
Il teatro non è una medicina miracolosa, ma certamente aiuta a vedere in modo diverso se stessi e gli altri, ad acquisire fiducia nella propria capacità di sentire e di trasmettere emozioni e visioni, a liberarsi da imposizioni indotte e prive di corrispondenza con la realtà dell’essere umano.
Nei miei percorsi pedagogici, collaudati da una lunga pratica, il mio intento è quello di cercare di garantire l’acquisizione di elementi utili alla propedeutica professionale e al tempo stesso di lasciare emergere la creatività individuale, mettendola in relazione con il lavoro collettivo.
Questo laboratorio teatrale è aperto pertanto a tutti coloro che sono interessati ad un simile percorso e disposti a ‘rovesciare le apparenze’ con la fiducia leggera di un gioco da inventare insieme.
LE ANIMUCCE SEPOLTE – esercizi di metamorfosi è un viaggio nelle possibili metamorfosi di ognuno di noi, una ricerca delle sorprese segrete che ci portiamo dentro e della capacità di lasciarle emergere, trasformando lo stupore in consapevolezza e acquisendo gli strumenti per renderle materia di creatività.
Attraverso il lavoro sul corpo e sulla voce e l’esercizio alla gestione della sua espressività, l’attore può fare della sua mutevolezza una perla che brilla, percorrendo il doppio binario dell’abbandono alla resistenza e della gioia dell’improvvisazione che gli permette di esplorare territori inaspettati e stupefacenti e al tempo stesso abituandosi al controllo e alla disciplina, cioè ad una scelta consapevole attraverso la misura di uno sguardo esterno/interno che gli consenta l’approdo ad una forma di autoralità del suo agire sulla scena.
Studieremo insieme, pur nel breve tempo a disposizione, le radici primarie dei comportamenti, dei sentimenti e delle relazioni quotidiane, cercando di tradurle in un linguaggio teatrale che ci permetta di annullare pregiudizi moralistici e di guardare la realtà con occhi liberi da condizionamenti.
Così l’esercizio del teatro avvicina la nostra percezione del mondo ad una dimensione in cui bene e male non sono più così distanti e dove la loro rigida classificazione può essere inficiata da un dubbio.
Nel corso del laboratorio si lavorerà sul modo di tradurre questi sentimenti ‘primordiali’ in una forma espressiva minima oppure estrema, fino ad indagare un’idea di “limite”, sia esso ridicolo, orrido, osceno tenero o inquietante. L’anatomia e la vocalità dell’attore possono trasformarsi sfiorando zone inesplorate e l’indagine di questi universi remoti e sepolti può generare reazioni fisiche ed emotive inattese.
Partendo dall’ipotesi che in ognuno di noi viva un silente esserino primordiale, facendo ricorso anche alla libertà immaginativa della nostra infanzia, andremo alla ricerca di quel ‘mostriciattolo’ che dorme sepolto sotto la nostra forma ‘normale’. La natura e il carattere di queste presenze sarà certamente differente per ognuno, come diversi sono le memorie, le fantasie, le speranze, i sogni, il lato oscuro e il lato luminoso, e proprio questa diversità potrà rivelarsi uno strumento di ricchezza e insieme di unione piuttosto che di divisione, come è necessario che accada in ogni buona pratica teatrale.
Marco Sgrosso
PS – Per il lavoro in sala è necessario un abbigliamento comodo.
Può essere tuttavia utile portare abiti, accessori oppure oggetti che suggeriscano personaggi o atmosfere.
Marco Sgrosso
Diplomato nel 1983 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da A. Galante Garrone. Ha lavorato in spettacoli diretti da Francesco Macedonio, Cesare Ronconi, Mario Martone, Raul Ruiz, Billi e Marconcini, Claudio Morganti, Maurizio Schmidt.
Dal 1985 al 1999 ha fatto parte della compagnia di Leo de Berardinis. Dal 1993, dà inizio ad un’attività autonoma, fondando – assieme ad Elena Bucci – la Compagnia Le Belle Bandiere.
Dal 1992 tiene laboratori finalizzati all’apprendimento dell’arte teatrale o su specifici progetti.
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