Spazio H.Vox

La regina Mab. Il sogno di Mercuzio. Laboratorio di recitazione condotto da Luciano Colavero

Date: 22/23/24 novembre 2019
Orario: venerdì dalle 20.00 alle 23.00, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00 con un’ora di pausa
Dove: Spazio H.Vox – Via Pace 15, Brescia
Costo: 120,00 euro + 10,00 euro di tessera associativa (Euro 100,00 per gli allievi della scuola)
Termine iscrizioni: mercoledì 13 novembre

 

Il monologo
In un monologo immagini, idee, racconti, emozioni si affollano e scontrano nello spazio di poche righe, a volte di poche parole. In un monologo ben scritto un attore può trovare una gran quantità di materiali da mettere in azione sulla scena. Un monologo ben recitato è in grado di trasformare lo spazio e il tempo, di far accadere nuovamente eventi passati e di anticipare il futuro, di far vedere persone e oggetti mai esistiti e di far scomparire qualcosa che invece è proprio lì, in scena, sotto gli occhi di tutti. E tutto questo senza altri mezzi che il corpo e la voce dell’attore. Un corpo e una voce allenati ad agire, un corpo e una voce che non cercano di imitare un momento di vita quotidiana, né si occupano di illustrare le parole del testo, ma che partono da quelle parole per creare una nuova realtà, che nasce e vive sul palcoscenico.

La Regina Mab
Il monologo da cui partiremo nel nostro laboratorio è quello della Regina Mab, pronunciato da Mercuzio nel Romeo e Giulietta. Potete leggere il testo in qualsiasi traduzione, l’importante è che sia una traduzione che vi piaccia e che sia autorevole, per cui sceglietela con cura. Memorizzate il monologo nella traduzione che avete scelto (la differenza delle versioni arricchirà il lavoro) e fate in modo di avere una memoria senza incertezze.

Mercuzio e la leggerezza
Italo Calvino amava, di Mercuzio, il passo danzante e leggero. Tra le prime cose che Mercuzio dice all’amico Romeo c’è un consiglio per renderlo più leggero: “fatti prestare le ali da Cupido e levati più alto di un salto”. Io lo immagino sorridente, Mercuzio, soprattutto quando ci parla di ali strappate e nemici sgozzati, di peli luridi e bestemmie. Lo immagino saltare continuamente da una parte all’altra della barricata, tra la veglia e il sogno, tra la vita e la morte e, con le parole, che sa usare a dovere quanto la spada, lo vedo serio e divertito, ironico e triste, mentre mischia tutto e ci confonde. La sua uscita di scena è indimenticabile: ferito a morte a causa di Romeo, è mortalmente cupo mentre maledice entrambe le famiglie dei Capuleti e dei Montecchi, eppure è ancora leggero e ironico: “cercatemi domani e vi risponderò dal profondo”. E mentre cade nella fossa, si prepara, forse, soltanto a saltare per l’ultima volta dentro un sogno, si prepara a morire, a dormire e, speriamo, a sognare il suo sogno più bello. 

Come lavoreremo
Dopo una prima parte di risveglio fisico faremo ogni giorno un training d’ensemble per dare l’avvio al nostro lavoro. Inizieremo giocando, con esercizi che sviluppino l’attenzione reciproca, la reattività, la prontezza. Attraverso il training creeremo, in ensemble, la situazione adatta a far nascere il monologo della Regina Mab: un gruppo di ragazzi che sta andando a una festa in maschera, tra loro c’è Mercuzio, che ha fatto un sogno e inizia a raccontarlo…

Cosa portare

Ricordi di sogni realmente sognati. Prendete appunti al risveglio e preparatevi a condividerne frammenti. Prendete spunto dal monologo di Mercuzio e raccogliete materiali adatti.

Sogni letterari, pittorici, musicali, teatrali. Portate materiali che possano aiutarvi a immaginare precisamente il mondo che Mercuzio descrive. Anche qui, lasciatevi guidare dal tipo di immagini che Mercuzio utilizza.

Abiti eleganti e maschere. Mercuzio e i suoi amici stanno andando a una festa in maschera. L’abito deve essere adatto al lavoro teatrale, non deve essere un problema strapazzarlo un po’ o prestarlo ad altri. Portate più di una maschera, di tipi diversi, qualcosa di serio, qualcosa di ironico. Lasciatevi guidare dalla lettura del “Romeo e Giulietta” e scegliete il vostro abito senza limiti di genere, chiedetevi soltanto come immaginate che il vostro Mercuzio si vestirebbe per andare alla festa.

Luciano Colavero. Drammaturgo, regista, pedagogo
Si è diplomato come regista all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” nel 2001. Ha lavorato come assistente alla regia e dramaturg di Peter Stein dal 2005 al 2010. Come regista ha lavorato, tra gli altri, per Emilia Romagna Teatro, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, il Teatro Stabile delle Marche. Come autore ha ricevuto il Premio Internazionale Ennio Flaiano, è stato finalista al Premio Platea e per due volte al Premio Riccione. È insegnante di recitazione e scrittura per il teatro in varie scuole, tra cui l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, la Scuola Civica di Teatro “Paolo Grassi”, l’Accademia Teatrale “Nico Pepe”. I principali contributi alla sua formazione vengono dal lavoro fatto con Anatolij Vasiliev, Jurij Alschitz, José Sanchiz Sinisterra, Andreas Wirth. Nel 2012 fonda con Chiara Favero la compagnia Strutture Primarie.

Vuoi maggiori informazioni?

* Campi obbligatori

Leggi l’informativa Privacy