Spazio H.Vox consiglia: aprile 2019
Per il mese di aprile abbiamo il piacere di segnalare i seguenti spettacoli:
Al Teatro Franco Parenti di Milano dal 26 marzo al 7 aprile Accabadora per la regia di Veronica Cruciani.
Tratto da uno dei più bei romanzi di Michela Murgia, vincitore del Premio Campiello 2010 e uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni, lo spettacolo di Veronica Cruciani, interpretato da una delle migliori attrici italiane, Anna Della Rosa, è un intenso monologo in prima persona di Maria, figlia di Tzia Bonaria Urrai, l’accabadora di Soreni. Più che un monologo lo spettacolo è un dialogo tra sé e un’altra parte di sé, tra una figlia e il suo genitore interiore.
Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 2 al 7 aprile Il senso della vita di Emma di Fausto Paravidino uno dei più importanti drammaturghi italiani contemporanei.
Siamo all’opening di una galleria, tra i quadri c’è il ritratto di una donna: Emma. Di lei conosciamo solo la faccia dipinta, perché Emma è scomparsa. Il tratto affilato di Paravidino delinea una fitta rete di relazioni e di personaggi per raccontare una storia famigliare che va dagli Sessanta ai giorni nostri.
Dal 16 aprile al 24 maggio al Piccolo Teatro di Milano Solness per la regia di Alessandro Serra.
Capolavoro della maturità di Ibsen, è la storia di un uomo, che vorrebbe fermare l’inesorabile scorrere degli anni e avere una nuova occasione di felicità, ma resta vittima della propria ambizione e del senso di colpa.
«È la storia di tanti assassinii – spiega Umberto Orsini, interprete del protagonista –. Giovani che uccidono i vecchi spingendoli ad essere giovani e vecchi che uccidono se stessi nel tentativo di raggiungere l’impossibile ardore giovanile».
Al Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri di Brescia il 24 aprile Lo zoo di vetro di Tennesse Williams.
per la regia di Rajeev Badhan.
Opera di rara delicatezza poetica, simbolica e visionaria, Lo zoo di vetro presenta, come rinchiusi in un serraglio delicatissimo, ma d’infrangibile sostanza, quattro “personaggi della memoria”: l’inquieto Tom, simbolico alter ego di Tennessee Williams, sua sorella Laura, una ragazza timida e dolente, la madre Amanda – energica, tenera ed eccessiva al tempo stesso nel rapporto coi figli – e Jim, un collega di Tom, giovanotto in visita o forse “quel qualcosa da lungo atteso ma sempre rinviato per il quale viviamo”.
Lo zoo di vetro è un dramma dalle fortissime connotazioni autobiografiche, che all’interno di un nucleo familiare in bilico tra disperazione e speranza tocca svariati temi, dalla solitudine alla diversità, dalla frustrazione alla bellezza e all’amore, dallo scontro generazionale alle aspettative mancate e a quelle ancora attese.
Con la news letter di aprile presentiamo anche lo spettacolo, assolutamente da non perdere, The sense of file for a single man liberamente ispirato al romanzo A single man di Christopher Isherwood dal quale è stata tratta anche la celebre versione cinematografica diretta da Tom Ford. Venerdì 3 e sabato 4 maggio presso il Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri di Brescia.
Anni Sessanta, Stati Uniti. George Falconer, un professore inglese con cattedra a Los Angeles, è a casa, seduto nella solita poltrona, in attesa del suo compagno Jim. Arriva – come un colpo di pistola – una maledetta telefonata, a spazzare via tutta una vita in comune, rovesciando una quotidianità faticosamente raggiunta in un nuovo ordine stravolto e doloroso. Non ci saranno più cene, abbracci, e nemmeno discussioni senza fine perché la camicia non era nel cassetto giusto…Qualcuno ha investito e abbandonato sul ciglio di una strada Jim, uccidendolo. Nella vita di George si apre un immenso vuoto. Un sentimento di solitudine che diverrà il padrone assoluto del suo essere. L’unica persona che per sedici anni l’ha fatto sentire presente nel mondo non c’è più… Per George è l’inizio di un tunnel senza più vie di uscita, nel quale il ricordo del passato assume l’unica dimensione di realtà. A nulla valgono la vicinanza dell’amica Charley o la frequentazione di un giovane studente universitario. Il fantasma di Jim continua ad accompagnare la sua esistenza, al punto da divenire proiezione della stessa anima, unica ragione di vita. Il regista, Pasquale Marrazzo, costruisce – lavorando su chiaroscuri e dissolvenze dal sapore cinematografico – una delicata e commovente parabola sull’amore.
Lo spettacolo è assolutamente bellissimo. Ha debuttato nella scorsa stagione del Teatro Litta di Milano con grande successo. Siamo molto legati a questo lavoro perché in scena, oltre ai nostri insegnanti Allessando Mor e Alessandro Quattro, di rara intensità interpretativa e bravura, un nostro caro ex-allievo, Giovanni Consoli nel ruolo dello studente universitario.